martedì 18 agosto 2015

RISO ROSSO FERMENTATO


Buone vacanze a tutti quelli che sono in vacanza..per me purtroppo la vacanza è già terminata. 

Oggi vi voglio parlare di un alimento presente in molti integratori alimentari, il RISO ROSSO FERMENTATO.  Alimento introdotto in Cina più di 3000 anni fa e successivamente riconosciuto dalla farmacopea cinese come alimento in grado di portare benessere nell’uomo. Questo alimento si ottiene per fermentazione del riso grazie al fungo Monascus purpureus, utilizzato in Cina anche per la produzione del  vino cinese. Il fungo fermenta i carboidrati presenti nel riso e produce dei pigmenti (es.  rubropunctamina) che danno la tipica colorazione rossa al riso fermentato.
 

Nella fermentazione si produce anche la STATINA NATURALE MONACOLINA K. La Monacolina è conosciuta dagli anni 80 per la capacità di inibire un enzima a monte del ciclo di produzione del COLESTEROLO ENDOGENO .

Diversi studi su pazienti con dislipidemia hanno confermato che il riso rosso fermentato in 2 mesi può ridurre dal 20 al 35% il colesterolo totale, le LDL e i trigliceridi. Per cui sembra essere consigliata l’assunzione del riso rosso per pazienti con elevato livello di colesterolo cattivo (NON da usare però in combinazione con le statine assunte come medicinale).

Negli integratori il dosaggio massimo consentito è di 3 mg di Monacolina per dose giornaliera presente nell’integratore. Infatti bisogna tenere conto che il risso rosso oltre la Monacolina ha al suo interno altre molecole, per cui è meglio evitare dosi massicce per non manifestare possibili effetti collaterali.

Comunque studi clinici hanno dimostrato la sicurezza del prodotto nell’uomo assunto anche a quantità di 6 mg/giorno per 6 mesi. Per cui consiglierei per persone con elevato livello di colesterolo l’assunzione di questi integratori (scelti con l’aiuto di un biologo nutrizionista) piuttosto che di Statine (che il medico vorrà darvi)!

Infine concludo dicendo che recenti studi stanno dimostrando l’efficacia degli estratti di riso rosso nell’inibire la proliferazione di cellule tumorali in vitro, in particolare quelle del colon e della prostata.

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