martedì 25 febbraio 2014

CONNESSIONE CANNABINOIDE TRA ODORE E APPETITO



 Oggi vi introduco nel mondo dei recettori dei cannabinoidi di cui parleremo spesso in quanto coinvolti nella regolazione dell'appetito.
Se viene fame dopo aver sentito il profumo di cibo è a causa del recettore cannabinoide CB1: lo stesso che causa fame dopo l'assunzione di marijuana.
Un gruppo di scienziati dell'INSERM, NeuroCentre di Bordeaux, Francia, ha scoperto che dopo aver sentito l'odore di un alimento tendiamo a consumare più cibo a causa di un recettore cannabinoide di tipo 1 (CB1) che si trova nel bulbo olfattivo. La ricerca mostra che l'attivazione di questo recettore rinforza le capacità di individuazione olfattiva che portano al consumo di cibo e suggerisce che i recettori di questo genere potrebbero diventare un target farmacologico per trattare i comportamenti alimentari che conducono all'obesità. –
Giovanni Marsicano, scienziato dell'INSERM, e colleghi riportano che il bulbo olfattivo dei topi contiene recettori CB1 la cui attivazione tramite cannabinoidi (una classe di lipidi bioattivi) endogeni (come il 2-arachidonil-gliceril-etere e la virodamina)) o esogeni (come il Thc presente nella marijuana e hashish) aumenta l'assunzione di cibo in corrispondenza del digiuno; infatti quando ai topi sono somministrati cannabinoidi esogeni come il principio attivo della marijuana, il Thc, si nota solitamente un aumento di appetito. Gli scienziati hanno ora scoperto che questa popolazione di recettori è necessaria per assistere a un aumento di questo comportamento alimentare. 
 Questa è il titolo della ricerca:
The endocannabinoid system controls food intake via olfactory processes" pubblicato in Nature Neuroscience (2014), in press.

giovedì 20 febbraio 2014

ARTEMISIA ANNUA

Da qualche giorno gira in rete (avvistato su facebook) un post in cui si cita gli effetti magici dell'Artemisia annua, pianta di origine cinese. Questa pianta è usata da millenni per la cura della malaria e di recente è studiata per le proprietà anti-infiammatorie e anti-tumorali. Peccato che dell'articolo che gira in rete, dove si dice che ucciderebbe il 98% delle cellule tumorali (quali? a che concentrazione?) non c'è traccia in pub-med,
il sito in cui troviamo tutti gli articoli medici/biologici pubblicati.
Ho trovato questo interessante articolo sulle proprietà anti-tumorali dell'artemisia in vitro sul tumore della mammella
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22185819
e altri articoli che parlano del principio attivo (il Diidroartemisina, DHA) e le sue proprietà anti-infiammatorie.
Ma di persone malate di cancro curate con l'estratto o la pianta (vedi immagine) non c'è traccia....
quindi occhio alle bufale di internet!!



venerdì 14 febbraio 2014

CODICE A BARRE GENETICO PER GLI ALIMENTI

Sempre più spesso capita che vengano venduti cibi contenenti cose diverse da quello indicato nella confezione..come è stato per lo scandalo della carne equina rumena presente negli hambruger di vitello irlandese....
così, mentre pensavamo di mangiarci un gustoso hamburger di vitello cresciuto pascolando nelle belle campagne di Galway (dove spesso capita di doversi fermare lungo la strada per far passare i bovini!!)...e invece ..
ci stavamo mangiando un cavallo rumeno...chissà come cresciuto (quanti estrogeni?!!)..

Un possibile rimedio a queste situazioni sarebbe quella di fare un'analisi del DNA presente nella carne (alimento in questione) in modo da confrontarla con il codice genetico presente nella Banca Dati. questa banca dati è stata creata con il progetto BARCODING che ha visto la partecipazione negli anni di ricercatori di tutto al mondo:
http://www.barcodeoflife.org/

Purtroppo il problema della falsificazione della specie è molto usata anche nel commercio del pesce dove spesso una specie meno pregiata viene spacciata per un'altra...

Speriamo nel legislatore che introduca per legge questo tipo di analisi..anche se dubito che l'UE abbia questo interesse..anzi!!

martedì 4 febbraio 2014

IFOS per controllo qualità integratori Omega-3

Cari, continuo a illustrarvi notizie riguardanti il campo degli omega 3. Come vi ho detto nei post precedenti gli omega 3 li possiamo trovare soprattutto nel pesce azzurro e nel salmone o negli integratori. Una problematica può essere data dalla presenza di Mercurio o altre sostanze tossiche (diossina) nei concentrati di olio di pesce in quanto queste sostanze nocive purtroppo si trovano nella catena alimentare acquatica.
Quindi, più si concentra l'olio maggiore è il rischio che ci siano inquinanti a livelli elevati se ottenuti per semplice distillazione, nessun rischio se ottenuti per distillazione molecolare multipla.
Per ovviare a questo problema molte ditte si avvalgono della certificazione IFOS (International Fish Oil Standard)
http://www.ifosprogram.com/industry-home

un ente indipendente, con sede in Canada, il quale analizza la qualità dei prodotti fornendo un punteggio pari a 5 (5 stelle) se il prodotto (lotto alimentare) è esente da rischi igienico-sanitari.
1 stella il livello qualitativo è scadente...5 stelle il livello è eccellente...
quindi occhio alle stelle quando acquistate gli importantissimi omega3!!

Ricordo che il rapporto EPA:DHA dovrebbe essere 2:1!!