mercoledì 27 maggio 2015

STEVIA

Oggi vi voglio parlare in un possibile prodotto da usare al posto dello zucchero. In quanto è assodato che un uso massiccio di zucchero è dannoso perchè può indurre lo sviluppo di malattie metaboliche quali l'obesità.Per questo motivo può essere utile usare dolcificanti alternativi allo zucchero se validi dal punto di vista nutrizionale.
La STEVIA è una pianta dal nome latino Stevia Rebaudiana Bertoni che appartiene alla famiglia delle Asteracee (quella delle margherite) e cresce nelle zone montuose delle Americhe (in particolare in Messico e Brasile) ma oramai diffusa anche in USA, Giappone, Cina e Malesia.

Le foglie sono ricche di glucosidi terpenici tra cui il STEVIOSIDE  che è la molecola che conferisce la PROPRIETA' DOLCIFICANTE (300 volte maggiore rispetto a quella del saccarosio). Questa molecola viene generalmente estratta dalla pianta mediante l'impiego di solventi (come il cloroformio) ma nel 2007 è stato messo a punto da Pol et al. un metodo che prevede l'impiego della sola acqua bollente sotto pressione (detto METODO VERDE).
Dal 1995 la Stevia è entrata nel mercato mondiale come "complemento alimentare" (in aggiunta ad alimenti come le caramelle, gelati...) e come dolcificante (edulcorante) dal 2012. Il suo impiego commerciale è stato ritardato per motivi commerciali ma anche per la presenza di dubbi da parte della comunità scientifica sul suo impiego come estratto in quanto diversi esperimenti indicano una possibile tossicità degli estratti in modo chimico dalla Stevia.
La FAO e OMS ha stabilito in 2 mg/Kg di peso corporeo l'uso di estratto (circa 100 mg a persona). Comunque nei paesi delle Americhe l'uso delle foglie di Stevia è impiegato da millenni senza problemi, anzi, con ottimi risultati nel trattamento di pazienti diabetici.
Io guardo con attenzione questo prodotto il cui uso può essere un beneficio alla nostra salute..certo è che l'estrazione di tipo chimico mi lascia qualche dubbio sulla qualità del prodotto estratto!!

martedì 5 maggio 2015

OLIO DI PALMA


Dopo la trasmissione di Report
che ha parlato dello sfruttamento delle foreste Asiatiche per la coltivazione della pianta (palma da olio) da cui si ottiene l’olio di palma ho voluto scrivere questo post per fissare alcuni concetti.
La puntata ha messo in luce l’aspetto negativo della deforestazione e vedere i poveri Oranghi senza più habitat è straziante! Nell'immagine si vede (a Sinistra) come la foresta è sostituita dalle coltivazioni:
 
 
Ma cosa dire dell’habitat di molti mammiferi nella nostra Italia? La pianura padana era una foresta di milioni di ettari con orsi, cervi, linci, lupi…..ora non ne rimane che qualche ettaro di quell’immenso bosco! E senza la sua deforestazione probabilmente l’Italia non sarebbe un paese ricco…come si fa a dire alla Malesia e  Indonesia di non aumentare la superficie coltivabile di questa pianta che è il loro maggiore business?
L’olio di palma edibile è estratto dalla palma da olio originaria dell’ovest dell’Africa ma esportata in Asia e America da molti anni. In Asia  la Malesia e l' Indonesia commerciano  il 31% e 54% rispettivamente della produzione mondiale dell’olio da palma.

Studi epidemiologici che stabiliscono con precisione quali effetti può avere un elevato consumo di olio di palma raffinato non ce ne sono, comunque sappiamo che:
quest’olio è ricco di acidi grassi SATURI (50%) il cui principale grasso è l’acido PALMITICO. Questo grasso è presente anche nel latte materno ma diversi studi hanno messo in luce che un elevato consumo può indurre malattie cardiovascolari e tumori (prostata, mammella…).

 Nell’olio sono presenti anche dei grassi buoni come il MONOINSATURI (40%) e i POLIINSATURI (10%) con l’acido oleico e l’acido linoleico.
Sono presenti anche Fitonutrienti come il tocoferolo (Vitamina E) e carotenoidi (Vitamina A) che hanno un ruolo positivo per l’organismo ma il processo di raffinazione ne compromette la loro attività. Un altro processo chimico che peggiora la qualità dell’olio di palma dal punto di vista nutritivo  è quello di INTERESTERIFICAZIONE che viene speso usato per ottenere prodotti da utilizzare nell’industria alimentare.
Concludo dicendo che ulteriori studi dovranno essere effttuati per chiarire l'effetto sul'uomo di questo olio ma comunque si consiglia di leggere bene l'etichetta degli alimenti e limitare il consumo cei cibi che contengono questo olio a qualche volta nella settimana.